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lvm raid

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Se non te lo dice… sapiscilo.

Lvm consente di avere un raid interno, senza necessariamente poggiare su un raid sottostante. Diciamo che e’ la versione pinguina dei dischi dinamici di windows.

Il meccanismo per costruire il raid, e’ piuttosto semplice:

lvconvert -m 1 vg/lv

Questa e’ la versione semplificata della conversione di un volume logico nella sua versione raid. la voce -m 1 indica la creazione di un raid 1 del volume indicato. possiamo anche indicare, nel caso ce ne fosse bisogno, su quale disco fisico andare a poggiare la copia raid:

lvconvert -m 1 vg/lv /dev/hdX

E’ bene intanto specificare che per essere sicuri che grub non si stranisca al successivo riavvio e’ bene che siano installati i tool mdadm e relativi driver, altrimenti si rischia di non ripartire. A quanto sembra, lvm poggia il suo raid interno sempre su mdadm e questo e’ un plauso. Il problema che in fase di attivazione non ve lo dice… e io ci sono appena rimasto fregato.

Nel caso accadesse un reboot senza i moduli mdadm, la soluzione e’ abbastanza semplice: basta avviare un supporto di installazione (nel mio caso debian), avviare il rescue mode, attivare una console e procedere.

Verificare che effettivamente i problemi non siano altrove.

Un semplice lvscan, vi mostra l’elenco dei device logici. Probabilmente troverete il volume di avvio (nel mio caso data/system) non attivo. Provando ad attivare il device (lvchagen -ay data/system) riceverete il messaggio che il kernel non puo’ attivare il device proprio perche’ anche in fase di recupero mancano i giusti moduli nel kernel.

Ho ovviato togliendo il raid ai volumi:

lvconvert -m 0 data/system

Ho verificato che il volume fosse attivabile:

lvchange -a y data/system

Se va tutto a dovere, riavviate e come prima cosa installate i driver mdadm nel kernel.

 

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